Rammendi (Kintsugi)

Alba
Come sospese
Fra nidi di parole e di silenzi
Le tue mani rammendano i miei voli
Ogni caduta
Ogni mia ferita

Col filo luminoso di un sorriso
Rendi preziosi
I solchi insanguinati dei ricordi.

Riyueren
Suncatcher

Ho sempre immaginato l’amore come un volo a due ma sinceramente, visti i miei precedenti, non pensavo fosse possibile. Mai dire mai, evidentemente: quando non ti aspetti più nulla, la vita arriva e ti sorprende con i suoi effetti speciali.

La sorpresa di un volo

Horizons
Ali di luna
Io volo nel tramonto.
Alba nel cuore.

Riyueren
Horizons

Non sempre la magia arriva e si offre al mio sguardo. Non sempre. A volte. E raramente finisce dentro ad una foto proprio mentre la sto scattando.

L’altro giorno, mentre stavo semplicemente fotografando, come al solito, il cielo dalla finestra della mia camera, mi è stato donato questo volo solitario.

Una sorpresa dai tanti significati: li ho nascosti in un haiku.

Tutto viene al momento giusto, quando è tempo che avvenga. Non posso che esserne grata.

Volo sospeso

Volo sospeso

“Scrivi almeno una decina di righe, ogni giorno” così mi hai detto. Posso, certamente, posso. Ma non voglio. Ogni frase ha una fine. Ogni parola è una fine. Come posso sopportare questo? Come posso sopravvivere a questo?

“Scrivi dei racconti, ma brevi, però, non fare delle cose lunghe” Io non ho molto da dire, non più. Io posso solo vederle, le storie, e una volta che i miei occhi le hanno viste … a cosa mi servono le parole? Perché devo essere io a dare inizio ad una fine? Che poi magari è anche la mia?

Sono come queste foglie, sono in volo  … sospeso.

C’è un’ultima foglia, lassù, sono giorni che è lì, le altre sono già volate via –  o cadute – dipende dai punti di vista: è lei che non vuole andarsene, o non ci riesce? Il vento è stato pietoso, indifferente o è in agguato, silenzioso come suo solito?

Volo sospeso

L’altra foglia è ancora più sola: è già caduta, in un certo senso, forse non cadrà più – speriamo. E’ prigioniera in quelle maglie di ferro? O si protegge da ulteriori cadute? E’ una corazza, quella? O è l’ennesima gabbia? O entrambe?

Volo sospeso

Il mio volo resta sospeso insieme alle foglie, alle parole e alle righe che non so scrivere per me.

Sospeso, però. Solo sospeso, non interrotto. Non è per sempre. Io poi torno a volare.

Volo sospeso

Pensieri (Hawks)

Net

Il mio mondo, un poco oltre la finestra, un po’ di più al di qua, in fondo, in quella parte di me che ha confini ma a volte pensa di non averne e si confonde con quello che sta al di fuori, quello che chiamano realtà, universo, Dio, e a volte ci crede veramente, che non esistano confini ma a volte no, perché in fondo ciò che pensa è ciò che sta al buio, anche se porta il mio nome e si può vedere allo specchio, ma solo in superficie.

Mi sono scavata uno spazio, una tana, tra una parola e l’altra, abito un mucchietto di silenzio fra due respiri.

Perché io sono come sono? la vita mi va modellando e non sempre lo fa con gentilezza: i miei pensieri vanno a sbattere contro spigoli inattesi ma chi si fa male è il mio cuore.

Alla finestra ho gettato una rete: la polvere è prigioniera, non il cielo. La luce entra.

La rete non cattura: trattiene, non respinge.

La rete danza al vento. Il mio sguardo, al cuore.

C’è un varco, un’apertura, fra le nuvole. I falchi arrivano, inattesi, all’improvviso. Finché posso li seguo con gli occhi, poi solo la mia anima può unirsi al volo. La magia scompare, i falchi renderanno sacre altre porzioni di cielo. La meraviglia, invece, rimane: silenziosa eppure così profonda….

Net
Opening
Hawks
Hawks
Hawks

In volo

Sabato scorso ho fotografato la mia prima mareggiata (vera, non di nuvole, come nei post precedenti) 🙂 Ero sulla passeggiata di Nervi. Le foto del mare le vedrete più avanti, ora voglio condividere con voi quello che mi ha colpito di più: il volo dei gabbiani controvento. Bellissimi (nonostante io li ami poco per via della loro crudeltà che già si intuisce dallo sguardo, a dire il vero). Avvolti nel vento, io e loro: un’emozione che non dimenticherò mai. La gente guardava in basso verso le onde, tutti armati di telefonino per “catturare” la mareggiata,  io naso (e obiettivo) all’aria volavo insieme ai gabbiani.

Mi hanno fatto venire in mente una vecchia cosa che avevo scritto tanti anni fa sul viaggio (era un compito per il corso di musicoterapia). La trovate dopo le foto.

In volo

 

In volo

 

In volo

 

In volo

 

In volo

 

In volo

 

In volo

 

Il Viaggio. Dentro e Fuori. Brevi appunti e variazioni sul tema.

Dentro è il riposo alternato di luci e di ombre intrecciate nel fragile guscio di una conchiglia di carne.

Qui ciò che più conta è crearmi una vita nel vuoto, uno spazio in cui io possa danzare.

Aprire un varco nelle spirali dei miei silenzi. Volgere in suono il respiro.

Senza chiedermi nulla, correre fuori un fluire di sogni, voci e pensieri.

E’ così che so di essere in viaggio, di “essere un viaggio”.

No, non un cammino soltanto, ma più viaggi nel medesimo viaggio, come i respiri sono strade nell’arco di un’unica vita.

E chi è il viaggiatore? Sono io, io che ti parlo…o io non sono piuttosto la strada che tu, ascoltando, percorri?

Non ricordo più il primo passo, un movimento che era già una partenza, un andare lontano, il mio destino di viandante.

Solo, a volte, sulla sabbia del mare d’inverno o lungo il fiume d’estate, il mormorio delle acque fa vibrare in me frammenti di suoni, e se alzo il viso nel sole o tocco una pietra che brucia, ascolto il suono di un cuore, un palpitare di luce nella terra più oscura.

Ho ricordo di altre partenze, altri incontri.

Strade che mi hanno incrociato la vita, accompagnandomi a volte, per brevi tratti o correndo parallele alla mia, senza mai toccarci…le ho anche viste divergere, sparire nella nebbia.

Nessuno può viaggiare sulla strada di un altro. O forse non sulla mia.

Sono stata sempre un viandante solitario, a volte ho elemosinato un sorriso e un poco d’amore come si chiede un pezzo di pane, per vivere.

Sono caduta molte volte, inciampando nella mia paura, avanzando a fatica nel fango delle mie lacrime.

Altre volte ancora i miei erano passi di danza e la voce si levava sicura nel canto.

Osservavo il mutevole cerchio delle stagioni, i segni nel cielo, ruotare attorno al cammino, e tutto era sempre per me meraviglia, dono e sorpresa.

Il mio viaggio è nel cuore, e il cuore è un suono che non conosce riposo o silenzio.

Così il mio cammino continua di notte. Sul sentiero dei sogni.

Ho anche strisciato nella polvere della mia strada, urlando e piangendo tutto il dolore, mentre altri mi credevano camminare felice. Le ferite dell’anima nessuno le vede.

Ma il dolore è seme, ha dato il suo frutto, trasformandosi in ala, sollevandomi in volo.

Ora il Viaggio continua. Dentro e Fuori. Seguendo il respiro.

Riyueren

 

Le spine del silenzio

Feather & Thorns (b/w)

Forse c’incontreremo, un giorno,
lungo le spine del silenzio
agli angoli muti delle labbra,
la mia anima ed io,
per camminare insieme le parole

poi ci alzeremo in volo:

saremo suono d’ali

saremo acqua che scorre
fra le rive del sogno e della notte.

Sul ciglio della strada
ritornerà a fiorire
il nostro sguardo.

Riyueren

Feather & Thorns (b/w)

 

Feather & Thorns (b/w)

 

Feather

 

Moon, Thorns & Feather (b/w)

“Ali (s)velate, ali di silenzio” … prosegue con nuove foto. Diverso tempo è ormai trascorso da quando ha avuto inizio questo progetto aperto. Da allora molte cose sono cambiate o per meglio dire: molte cose ho cambiato, nella mia vita.

Il merito non è mio, bensì di quattro foto che hanno letteralmente parlato alla mia anima e dopo averle ascoltate, nulla nella mia vita è stato più come prima.

Before flying (prima del volo)

Una sola foto. Ma quante parole ho nascosto lì dentro…attendono di spiccare il volo. E non importa la pioggia…tutto è così temporaneo, effimero…anche la pioggia finirà, tornerà il sole, e poi ancora la pioggia e di nuovo il sole…

Come danza, la vita!…il pruno sotto casa è una nuvola bianca: domani i fiori cadranno via e lasceranno il posto alle foglioline verdi…

Intanto io ci sono, in questo tempo di voli e di parole nascoste. Ci sono e assaporo ogni stagione, perché ogni tempo mi invita a vivere, a vedere.

In questo periodo sono molto assente da qui, ma finalmente sono sempre più presente a me stessa: sto lavorando ad un progetto. Non so come andrà a finire, ma so che il semplice fatto di lavorarci mi sta dando moltissimo.

Senza titolo

Yūgen

Yugen

Sul Lago di Alserio, lontana, ma con l’anima abbastanza vicina:

Volano sulla nebbia
le piume dei miei occhi.

Yūgen, “leggermente oscuro”, il mistero profondo, ciò che non si può spiegare con le parole, perché è al di là di esse.

Io credo abbia a che fare con l’orizzonte, quello interiore, che, come l’orizzonte davanti ai nostri occhi, è insondabile, irraggiungibile, si sposta a mano a mano che noi  ci avviciniamo, ma dobbiamo andare avanti comunque seguendone il richiamo.

È la sfumatura tra un colore e l’altro nell’arcobaleno e anche nella nebbia.

È il silenzio che si fa musica fra una nota e l’altra.

È quello che io intuisco e non riesco a dire: mi limito a mostrare questa sequenza di volo (cormorani?, non so) sul lago fra la nebbia. Ognuno, ne sono certa, trarrà una sua personale idea di Yūgen.

Buon volo.

Yugen

 

Yugen

 

Yugen

 

Yugen

 

Yugen

 

Yugen

 

Yugen

 

Yugen