In Sunset

Sunset

Sestri Levante, un tramonto di un’estate al tramonto.

Sola, sulla passeggiata al mare, siedo e osservo ogni cosa, attraverso i miei occhi, in compagnia della mia Nikon.

Tutti sono insieme a qualcuno, io sono insieme a qualcosa. Incredibilmente, non mi dispiace.

In sunset

 

In sunset

Vado a sedermi su di un piccolo molo, il sole è tramontato ed è quasi buio.

Guardo alcuni gabbiani davanti a me: ci osserviamo a vicenda.

Io li fotografo e loro, in un certo senso, fotografano me: registrano la mia presenza.

Sto in silenzio, ascolto le onde che cantano quiete. Improvvisamente arriva gente, i gabbiani volano via: queste persone che parlano a voce alta, si muovono velocemente, non hanno visto me e neppure i gabbiani, si fotografano gli uni con gli altri, si fanno selfie… ma io dubito persino che si vedano tra loro anche se sono insieme.

I gabbiani sono volati via. Io invece, dal momento che non posso volare, mi alzo e ritorno sulla passeggiata. E da lì fotografo questa gente che guarda ma non vede. E velocemente, così come è venuta, se ne va, di fretta anche davanti alla meraviglia del tramonto.

Intanto, l’argento del mare ci circonda tutti.

I gabbiani lo abbracciano dall’alto.

In sunset

 

In sunset

 

In sunset

 

In sunset

 

In Sunset

 

In Sunset

Street

Genova

Posso fotografarti? Ne ho il diritto? Posso prendere il tuo dolore, la tua gioia, la tua anima, il tuo sguardo… e mostrarlo e condividerlo con il mondo?

Forse non sai nemmeno che quando non ti metti in posa il mio occhio coglie tutto di te, quello che non vorresti mai far vedere e anche quello che neppure tu vedi.

Ti fotografo di nascosto, ti derubo di un sorriso, approfitto di un momento di debolezza, di disperazione, di umiliazione (rendendoti pure ridicolo)… e magari me lo vendo anche?

Mi dispiace, ma la street non fa per me: preferisco fotografare la gente per strada o così in controluce o semplicemente con gli occhi.

Oggi ho visto un signore seduto quasi per terra, con due cani, non sembrava chiedere l’elemosina, benvestito, forse era seduto lì ad aspettare qualcuno. Un cane era molto fiero, taglia piccola come il mio Sunny, manto nocciola, coda diritta, dominante, attento; l’altro nero, anche lui ( o lei?) piccolo, accovacciato ai piedi del padrone. Quel signore era bellissimo: cappello, occhiali, barba e baffi bianchi e soprattutto sedeva nella luce radente del tardo pomeriggio, quella che rende preziosa ogni cosa su cui si posa. Il viso era sereno, lo sguardo dolce, probabilmente se io avessi tirato fuori la mia piccola Lumix Lx 100 non avrebbe detto nulla… ma io non l’ho fatto. Già mi sembrava di avergli rubato questo suo momento con i miei occhi.

Oggi ho visitato alcune mostre di fotografia, una decisamente di street: belle foto, belle inquadrature, molto meno bella la luce in stampa che in proiezione (questa è una fregatura del digitale, temo). Quella di Bresson, stupenda, era decisamente al contrario: proiezione “spenta”, originali con una luce specialissima ( e qui l’analogico dice la sua e la dice più che bene).

Mi piace, quando posso, andare per mostre: non soltanto imparo cose, metto anche a fuoco i miei pensieri e le mie intenzioni sugli scatti futuri.

Ovviamente alla fine ho fatto un po’ di street. A modo mio. 🙂

Genova

 

Genova

 

Genova

 

Genova

Ps. Oggi si fotografa di tutto, senza permesso, si pubblica ovunque e senza riflettere. Io dico che dove non c’è pensiero non c’è il rispetto. L’amore, poi… sta diventando una cosa da alieni. E non solo in fotografia.

Light Games

Light Games

 

Light Games

 

Light Games

 

Light Games

 

Light Games

 

Light Games

 

Light Games

 

Light Games

 

Light Games

Non c’è nulla di più stimolante dell’avere a che fare con dei confini ( nella fattispecie quelli di una fotocamera compatta) e trasformarli in orizzonti. 🙂

I limiti sono fatti per osare. E per essere superati.

Guardate un po’ questi video: qui dai limiti è nato un volo straordinario.

Un cielo al tramonto (per Roberto)

Tramonto

 Tramonto

Tramonto

 

Tramonto

 

Tramonto

 

Questo era il cielo dalla finestra della mia cucina, lunedì scorso. Ora che l’ho “messo” qui, tutti possono vederlo. Tutti tranne te, Roby, ma questo io, mentre fotografavo, non lo sapevo ancora. Poi Simon mi ha telefonato e mi ha detto… e intanto si era fatto buio e questo cielo si era ormai spento, tranne che nelle mie foto. Il tuo cielo, invece, si era spento domenica sera. Non ci sarà più un’alba, per quel cielo. Io non ti avrò più davanti a me a disegnare. Mercoledì scorso mi avevi detto, alla fine della lezione, guardando i miei disegni:” Ma cosa ci fai qui, che non ne hai bisogno?”. Lo hai detto col tuo solito modo scherzoso mentre facevi il giro del tavolo per guardare fra tutti cosa avevamo combinato.

Eravamo d’accordo che avremmo provato gli acquerelli, al mercoledì successivo, cioè ieri.

Ieri. Ieri siamo venuti al rosario. E oggi… oggi… non avevo mai visto una chiesa così gremita di gente. Probabilmente c’era tutta Rivarolo, ad accompagnarti. Mi sono seduta in fondo, ho dovuto restare seduta per tutto il tempo, perché davanti a me c’era troppa gente in piedi. Molti tuoi amici hanno parlato di te, ma io, sorda come sono, ho potuto solo distinguere la fine di una frase: “Roberto ha lasciato il mondo migliore di come lo aveva trovato”. Ma l’atmosfera d’amore che c’era… quella l’ho sentita benissimo.

Vorrei poter dire anch’io che eri mio amico, ma in  6 o 7 lezioni a disegno… tutti intenti alle cose da fare, abbiamo parlato così poco… ed è questo che mi dispiace: non aver avuto il tempo di conoscerti meglio.

Da quello che ho sentito e letto di te in questi giorni, della tua bontà, sempre disponibile per tutti, della tua allegria così contagiosa… ho capito che tu eri come la mia amica Laura, anche lei volata via troppo presto. Questa canzone che avevo dedicato a lei, ora la dedico anche a te. Ovunque tu sia, Roby, il mio abbraccio.

Cappello… con testa (Hat with Head)

Hat with Head

Qui sono veri soltanto il cappello (paglia purissima) e i capelli ( la mia amica e parrucchiera Silvana mi ha gentilmente regalato una “testina”di quelle che si usano per imparare il taglio).

Ho voluto usare queste foto per celebrare in qualche modo la mia uscita da FB.

Ebbene sì, da una settimana ho commesso il cosiddetto “suicidio virtuale”, quello che, a sentire FB, rattristerà tutti miei amici (mio figlio compreso). Non so, ma a dire la verità credo che invece sarebbe stato un suicidio se fossi rimasta (avrei “suicidato” soprattutto il mio tempo).

In fondo, cosa ci stavo a fare, lì dentro, mi sono chiesta, a parte scrivere a mio figlio in Germania, che volendo posso contattare anche su Skype? I miei amici li sento (o si fanno sentire) li leggo ( o si fanno leggere) per telefono, non ho libri da vendere, workshop da proporre, bufale da pascolare in rete, verità da diffondere al mondo intero, insulti da rivolgere a chi la pensa in modo diverso, petizioni da far firmare, catene di Sant’Antonio da far girare (mi bastano quelle pluritrentennali del mio S.Antonio personale…), foto e/o parole da far vedere (o far rubare) al mondo intero ( mi basta proporle nel blog: ricordo bene intere frasi sottratte a Innerland e fatte circolare su FB ovviamente non a mio nome , nonché una mia poesia attribuita ancora oggi in tutto il web a Toro Seduto). Non cerco “storie”( anche qui, mi bastano quelle di casa mia), non m’interessa far conoscere (cosa che sicuramente prima o poi capiterà, su FB) la consistenza e la frequenza delle mie evacuazioni, non intendo supplicare nessuno per avere voti ai concorsi fotografici o per condividere i post che pubblico sul blog e, grazie a Dio, non ho mai fatto una Pagina per pubblicizzare la mia “Fotografia”. In ultimo, non m’interessa curiosare i fatti degli altri, specialmente quelli delle persone che conosco.

C’è molta solitudine, nel mondo, anch’io non ne sono esente, ma scelgo di gestirla in un altro modo: qui, non su FB.

Le persone hanno molti problemi: anch’io ne ho e non sono pochi, ma scelgo di risolvermeli nella vita reale e quello che metto qui è il risultato delle mie ricerche: se dà qualcosa ad altri, oltre che a me, io non posso che esserne felice.

Ma il mondo virtuale è come in queste foto: qualcosa di vero (per esempio diverse persone amiche conosciute poi anche nella realtà) e qualcosa di falso ( altre persone che nella realtà si sono rivelate ben diverse da quello che affermavano, scrivendo, di essere)… sembra tutto vero, purtroppo, anche ciò che è falso e allora bisogna imparare a distinguere. Ci vogliono gli occhi del cuore, come sempre e prima di tutto, ma anche un po’ di intelligenza (ed esperienza, anche) che faccia sì che il cuore non prenda abbagli, lui che si apre ed è generoso e fiducioso per natura.

Il mio abbraccio.

Susanna

ps. Dopo uno scambio di commenti con Unartistaminimalista  modifico… aggiungendo alla lista lassù in cima: non intendevo nemmeno fare politica: quello che è stato scritto sull’ultimo referendum (che volendo si poteva pure risparmiare, le votazioni erano già state fatte su FB)…e i discorsi dei nostri politici via FB, sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E ancora: non m’interessava fare tutti quei test per sapere chi sono, chi ero, chi sarò, quando morirò, di che colore sono, quanto sono intelligente, la mia età mentale (di sicuro andando via da lì si è alzata 🙂 )  e anche chi mi sogna di notte ( posso vivere benissimo senza sapere tutte queste cose). E Ringrazio di non avere mai avuto Twitter.

Hat with Head

 

Hat with Head

 

Hat with Head

 

Hat with Head

Sabina Macculi: voce d’anima

Sabina Macculi

La settimana scorsa è stato esaudito un mio vecchio desiderio. Risaliva ai tempi in cui studiavo in Conservatorio: poter visitare un giorno Casa Verdi.

A distanza di quasi 30 anni, ma ce l’ho fatta. E i desideri esauditi sono stati tre: visitare Casa Verdi e poter riascoltare e fotografare Sabina Macculi. 🙂

L’invito mi è arrivato da Sabina.

Di una cosa sono convinta: se gli occhi sono lo specchio dell’anima, il canto è l’anima stessa, cioè la sua voce. La vera voce dell’anima è nel canto.

E l’anima di Sabina si rivela in tutta la sua bellezza quando lei canta. La sua “Casta Diva” è stata da brivido.

La luce non era molta, ma ho cercato di utilizzare quella che si sprigionava dalla sua voce.

Qui troverete anche alcuni momenti dai duetti con il grande baritono Armando Ariostini.

Sabina Macculi, voce d'anima

 

Sabina Macculi, voce d'anima

 

Sabina Macculi, voce d'anima

 

Sabina Macculi, voce d'anima

 

Sabina Macculi, voce d'anima

 

Sabina Macculi, voce d'anima

 

Sabina Macculi, voce d'anima

 

Sabina Macculi, voce d'anima

 

Sabina Macculi, voce d'anima

 

Sabina Macculi, voce d'anima

 

Sabina Macculi, voce d'anima

Per chi volesse sentire la voce di Sabina, ecco un link.

La registrazione che ho trovato risale al 2000 e lei è già splendida. Non avete idea di cosa è ora: incantevole, come la sua anima.