…perché il Sogno si può camminare, danzando parole sul foglio,si può cantare, danzando l'anima sul respiro…Ma alla fine il Sogno è soprattutto Visione.
Nella tua chiusa dimora
Assapori silenzi di luce
Tace ogni rumore
Il mondo volta il passo
In direzione opposta
Al tuo sentiero
Il tuo nome si spegne come un fiore
ma un seme vive ancora nei miei occhi:
Il tuo sguardo pieno di voci
Il suono fragile delle tue parole
Riyueren
Ancora non posso crederci. Non ho mai pensato che anche tu potessi andare via, ti ho creduta eterna, sapevo che c’eri e me lo facevo bastare. Certo – e non te l’ho mai detto – mi costava non venire a trovarti, non poterti telefonare: tanto la tua voce si faceva più fievole, quanto il mio udito andava peggiorando; non volevo amareggiarti: te la prendevi con la tua voce e ti addoloravi per me. Ho sbagliato: perdonami.Mi sei mancata tanto prima e adesso ancora di più.
Mi hai insegnato in quel modo tutto particolare e tutto tuo, ricordi? Credo di poter riassumere tutto in una frase sola: “Hai liberato il mio sguardo”.
Mi dicevi che io vedevo cose che gli altri non vedono e che era quello che dovevo fotografare. Continuerò a farlo, Giuliana, e tu vedrai attraverso i miei occhi.
Se noi ora siamo è perché loro sono stati. Nessuno di noi può dirsi veramente solo, perché in noi sono molti quelli che ci hanno preceduto. E quando scrivo “in noi”, intendo realmente dentro di noi, nelle cellule del nostro corpo, nel nostro stesso sangue e probabilmente anche nell’anima. La nostra essenza ha origine dalle loro scelte.
Ho deciso di realizzare un video con le foto che facevano parte del portfolio che aveva vinto nel 2012 la sesta edizione del Portfolio al mare Penisola di Luce a Sestri Levante. Sono i volti di una parte della mia famiglia: di loro so quello che mi raccontavano soprattutto i miei nonni.In queste settimane mi sto destreggiando tra atti di nascita, nozze e morte, per lo più microfilmati: di alcuni avevo qualche foto, di altri nemmeno il nome e così ho pensato di cercare almeno quello: loro sono in noi memoria soprattutto fisica, il resto è lasciato, purtroppo, alla nostra curiosità, al nostro voler conoscere, altrimenti per loro è solo l’oblio. E forse è questa la vera morte, non essere più nemmeno ricordo.
Dato che il ramo paterno è pressoché completo, grazie al lavoro di un cugino, mi sto concentrando sulla ricostruzione di quello materno. Ho potuto vedere, per ora solo in foto, ma non vedo l’ora di andarci di persona, dove era nata mia nonna: esiste ancora, a Rossiglione, la cascina Gargassino. Ho potuto dare finalmente un nome alla sua mamma, la mia bisnonna, morta a soli 33 anni: Maddalena. Ho scoperto che la loro casa è vicinissima ad una piccola chiesetta dove ho sempre amato sostare. E’ a lei che voglio dedicare questa ricerca che mi emoziona così tanto. A lei e ad un fratello del mio bisnonno paterno Andrea (tant’è ho curiosato anche nei registri di San Martino di Lupari in provincia di Padova) di cui ho scoperto per puro caso, cercando l’atto di morte della mia quadrisavola Domenica Gelain nel 1878, nell’elenco dei defunti dello stesso anno, la morte a soli 9 anni: si chiamava Bavaresco Giuseppe e ho provato un’immensa tenerezza per questo bimbo.
Non voglio ricostruire semplicemente un albero genealogico, voglio raccontare di loro tutto quello che so e passarlo a mio figlio Giovanni, soprattutto ora che vive in Germania: voglio che sappia chi siamo e da dove veniamo. Siamo contadini (villici, è scritto sui registri veneti, contadini invece in quelli genovesi) qualche giornaliero, alcuni calzolai, qualche tessitrice e molte “donne di casa”. E pure parecchi analfabeti o illetterati. Ed io ne sono orgogliosa. Spero che loro lo siano altrettanto di me e di lui.
L’anno scorso non ho conosciuto soltanto Spritz ma anche i suoi compagni di box, Guci, Artemide e gli altri cani ospiti del Buoncanile. Da questo incontro è nato un calendario per il 2019 con le loro foto che è stato poi venduto per finanziare le varie esigenze del canile.
È stata un’esperienza bellissima. Ho trascorso diversi pomeriggi a fotografare “gli amici di Spritz”: qui pubblico le foto che sono state scelte ed inserite nel calendario pubblicato nel 2018.
Mi piace pensare che in qualche modo queste foto abbiano portato loro fortuna, perché i cani che ho fotografato sono stati adottati quasi tutti nel corso del 2019.
A Robin (adottato) l’onore della copertina.
Gennaio: Nonna Pina, una vita in canile. (Adottata)
Febbraio: a sinistra Olivia (adottata) e a destra Aragorn (adottato)
Marzo: Mara (adottata)
Aprile: Gwen (adottata)
Maggio: Jane ( ancora in cerca di una famiglia)
Giugno: Flipper (ancora in cerca di una famiglia)
Luglio: Piccolo (adottato)
Agosto: Sole (adottato)
Settembre: Buzz (adottato)
Ottobre: Guci (ancora in cerca di una famiglia)
Novembre: Artemide (adottata)
Dicembre: Bellolampo (ancora in cerca di una famiglia)
Non posso fare a meno di guardare. Non posso fare a meno di cercare, no, non un qualcosa di particolare, di preciso… cerco senza chiedere, voglio soltanto vedere quello che guardo e che mi guarda.
Può essere alle mie spalle, ai miei piedi, in alto… può essere inaspettato, ma quando mi volto, abbasso o alzo gli occhi… io lo riconosco: mi parla di me, è me, anche se ha un altro nome, un nome diverso dal mio… ma tra noi c’è soltanto la distanza di un nome: il suo cuore, la sua anima, non mi allontanano, semplicemente mi rispecchiano e mi fanno vedere quello che anch’io sono, quello di cui anch’io faccio parte, quello di cui anch’io condivido la sorte, i confini, gli orizzonti. Il nome diverso non ci divide, le diversità sono solo apparenza.
Queste sono foto di gioia, non trovo altra parola per definire quello che provo postandole qui.Per prima cosa ringrazio i miei amici Sonia e Antonio, il papà e la mamma di Iris e Ilario, che mi permettono di pubblicarle.Non c’è niente di più bello che avere sotto agli occhi una documentazione gioiosa del tempo che passa. Ma qui c’è molto di più del semplice “tempo”, qui ci sono il futuro, la speranza, la vita.
Nella prima foto, che risale a tre anni e mezzo fa, c’è, nascosta al calduccio, Iris. Nella seconda foto, un anno dopo, Iris accarezza Ilario, il fratellino che deve ancora conoscere.
Nelle foto successive, scattate due settimane fa, ecco come stanno crescendo il futuro, la speranza, la vita. 🙂