Prima di tutto un “grazie!” allo staff dell’Hangar Bicocca per avermi concesso il permesso di pubblicare le foto.
Sono trascorsi due mesi e mezzo da quando le ho scattate e non sono ancora pronta: non ho le parole giuste per parlarne, non riesco a trovarle. Sono mesi che vado in giro con in borsa il libretto che parla di Muñoz e di questa mostra e l’ho mezzo distrutto a forza di leggerlo.
Non ci sono foto o parole in grado di comunicare quello che si prova guardando dal vero le opere di un genio. Ci si può solo rammaricare per la sua vita troppo breve.
Questa mostra è un insegnamento: ogni opera esposta è la materializzazione di un pensiero e quando un pensiero diventa materia, in chi lo osserva traboccano emozioni. Così è stato per me. Le foto che ho scelto erano 150, non potevo pubblicarle tutte: ho dovuto fare una selezione ulteriore.
Ho scelto, per le mie emozioni, come faccio sempre, le conversioni in b/n.
Juan Muñoz ha dato forma anche ai miei pensieri e di questo gli sarò eternamente grata.
In ultimo troverete un link al video del concerto meraviglioso a cui ho assistito sempre all’Hangar Bicocca il 15 giugno scorso: “A man in a room, gambling” .
Avete tempo sino al 30 agosto. Dovete assolutamente andare e vedere con i vostri occhi.