Nei tempi antichi era assai comune un modo di pensare molto diverso dal nostro: quando oggi se ne parla, specie facendo riferimento a popoli lontani o nel tempo o dalla nostra realtà quotidiana, lo si definisce, forse con un po’ della nostra supponenza da esseri civili (che poi su questo “civili” ci sarebbe da dire) “pensiero magico”.
Non era esattamente un pensiero, era qualcosa di più, era anche uno sguardo, era soprattutto un “vedere”.
Così i nostri antenati sapevano che i boschi erano pieni di creature semidivine, anzi, meglio, gli alberi (ma anche le acque, dalle sorgenti ai fiumi) erano creature loro stessi.
Invisibile non vuol dire inesistente, significa semplicemente che i nostri occhi non riescono a vederlo.
Forse gli occhi non bastano. Forse ci vuole qualcosa di diverso in aggiunta.
Gianfranco Timossi non solo è in grado di “vedere” ma anche di mostrare agli altri quello che lui vede, cosa che solo un vero artista è in grado di fare.
Le sue sculture sia in pietra sia in legno (solitamente tronchi di ulivo) sono qualcosa di straordinario, testimonianza di un pensiero che è in grado di rendere visibili altre (e alte) dimensioni.
Connubio sculture-foto sinergico, le une danno una mano allle altre e viceversa. Il risultato è l’eccellenza.
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Foto stupende
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L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.
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L’ha ribloggato su Arte&Cultura.
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Caro Daniel, sono perfettamente d’accordo con te. ❤
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The intensity of his sculptures is always amazing. I love the spider web on one of the sculptures. It is Nature embracing the gift that was formed from its essence.
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Grazie! Non conosco nè le opere nè l’autore, ma sono impressionanti per la loro forza espressiva
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Una meraviglia per gli occhi e per l’anima ❤️
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Di Cioran ti consiglio: “Al culmine della disperazione” e “La tentazione di esistere” (Edizioni Adelphi). Letture non facili! Bisogna trovare il momento giusto. Frasi che ti tagliano le gambe e ti piegano lo stomaco, ai livelli del miglior Artaud (altro genio maledetto).
“Closer” è un ottimo disco per cominciare a esplorare il “post-punk” inglese anni 80. Suoni e iconografia che si sono tuffati nel Decadentismo.
(Eh… non sono più un giovanotto… vado per i 47… 😦 Ma mi sento molto meglio ora di quando avevo vent’anni 🙂 )
Alla prossima!
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Ecco, di Cioran non ho mai letto nulla, dovrò provvedere. Quanto a Catullo.. beh, era il mio poeta preferito al liceo. E adoravo i lirici Greci… ricordo il Notturno di Alcmane, Saffo… Che poi letti in originale erano emozione pura.Sicuramente io sono di almeno una generazione se non due lontana da te, ma mi hai riportato a vecchi ricordi, per cui ti ringrazio. E con Closer (ho letto il tuo commento in risposta al mio da te) e le altre musiche che io non conoscevo,perché dai miei 25 anni in avanti mi ero dedicata alla musica classica, mi dai notevoli spunti di esplorazione. Buon fine settimana.
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Grande, Pavese e pure Eliade. Aggiungo Cioran.
Io ho un debole per i neoterici, su tutti Catullo: uomo incredibile, coraggioso, folle. Scrittore sublime, sia nel registro alto sia in quello basso. Non aveva mezze misure, non aveva paura di nulla. Il Decadentismo ha preso molto dalla sua poesia.
Ma sulla lunga distanza i greci arcaici e classici battono tutti (Democrito, Archiloco, i tragediografi…).
A presto.
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E allora devi proprio vederle, queste sculture, perché non c’è soltanto una Danza delle Muse, ma anche un Prometeo incatenato, una nascita di Afrodite, e persino tre alberi dedicati a Inferno, Purgatorio e Paradiso e anche la caduta di Pompei. Quanto a Greci e Latini, ti capisco benissimo… Ho la maturità classica… li adoravo. All’università avevo studiato storia delle religioni, Attis e il culto della Grande Madre… I testi di Mircea Eliade… Il Ramo d’oro di Frazer… E per finire, che ne dici dei Dialoghi con Leucò di Pavese? Perché sai, alla fine, è tutto un filo che corre e lega cose e persone in questo labirinto che chiamano vita.
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Immagino. Dev’essere esaltante la visione del confronto tra la materia grezza e questi stupendi volti.
La Danza delle Muse… Mi tocchi nel vivo. Mi sento molto vicino, in questo momento della mia vita, alla letteratura greca antica (e ai latini). Riscoperta folgorante.
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Sono d’accordo. Piacciono di più anche a me le prime che ho scattato. Quando vado in giro per foto dovrei essere completamente da sola senza problemi di tempo e potendo scegliere la luce che desidero. Con marito, figlio e cane ho scattato velocemente. Fotografare richiede tempo, soprattutto per entrare in relazione con il soggetto, almeno è quello che faccio io. E Dio solo sa quando potrò tornarci. Avrei voglia di rivedere Gianfranco e parlare con lui come facevo gli anni scorsi. Pensa che la prima foto di questo mio nuovo post rappresenta la Danza delle Muse.. bene, io ho le foto del tronco così come era e delle fasi successive di lavorazione. Una cosa emozionante.
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Visto ora le altre foto: non ho parole. Sculture e immagini, per me, ancora più belle di queste!
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81 anni? Autodidatta? Pazzesco, anzi meraviglioso! Sarà una buona occasione per tornare a Genova. Sono passati ormai diversi anni dall’ultima visita. Vorrei ritornare anche a Staglieno, ora che la passione fotografica è maturata. La prima volta fu una visita distratta e ancora troppo acerba come scatti.
A presto!
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Grazie Alessandro, contraccambio l’abbraccio. davvero dovresti venire a vedere queste sculture dal vero. Se vai negli articoli correlati in fondo a questo post ne vedi altre. Tu pensa che l’artista ha 81 anni ed è autodidatta…
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Non è esattamente Genova, ma Campoligure, non troppo lontano, comunque. Gianfranco è geniale e pensa che ha già 80 anni e ancora scolpisce (la Madonna col Bambino è recentissima)
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La scultura con la Madonna e il Bambino è l’ultima in ordine di tempo e non è nel Giardino di Tugnin ma poco più avanti, vicino alla Cappelletta. Immaginavo che anche a te piacesse questo luogo, praticamente una Galleria d’Arte e cielo aperto.
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Non conoscevo questo artista. Molto interessante. Alcune maschere mi ricordano quelle che popolano la cultura ancestrale sarda e calabrese (mie terre d’origine) coi loro riti arcaici ed esoterici legati alla danza.
La terza e la quarta foto (partendo dall’alto) mi piacciono particolarmente: uno sguardo e un respiro più “vivi” di quelli di tanti umani. Grande, Susanna!
Un abbraccio.
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Davvero meravigliose queste sue opere d’arte. E’ lì a Genova Susanna? La prima è davvero molto complessa e mi piace molto come pure l’ultima. Bellissime e magiche. Sei riuscita a renderle a noi in tutta la loro bellezza e significato.
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Che meraviglia!
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conosco questo posto, l’ho visitato più volte. Visioni che il tuo talento fotografico ci ha permesso di vedere in tutta la loro magnificenza.
Molto brava!
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