“I miei due cuori nomadi” di Omar Rizq (Il Canneto Editore)

Qui sul blog credo non abbiate mai trovato recensioni, ma per questo libro voglio fare un’eccezione. E non perché ho scattato le foto durante la sua presentazione alla Feltrinelli qui a Genova, ma perché la storia che Omar racconta ci dimostra che spesso la vita reale è più romanzesca di una storia inventata. L’autore ha realmente vissuto in due mondi, quello occidentale e quello arabo (da qui i suoi due cuori, penso).

 

È una storia vera e lo posso confermare: Omar è il figlio dei nostri vicini “del piano di sopra”, Angela, italiana, e Ahmad, palestinese.  Un solo anno lo separa da mio figlio Giovanni: Omar è dell’84, Giovi dell’85. Sono cresciuti insieme, hanno giocato insieme… sino a quel 23 maggio del 1990, quando improvvisamente Omar, che allora ha sei anni, viene rapito dal padre e portato in Giordania. Quello che poi è avvenuto, Omar lo racconta ( benissimo, oltretutto, è uno di quei libri che ti coinvolge… insomma, non riesci a posarlo sino a che non lo hai letto tutto sino in fondo) nel suo libro: la sua vita in Giordania, poi in Kuwait, la fuga (proprio il giorno prima dell’invasione delle truppe di Saddam Hussein) la figura del padre, che lui comunque ama, la lontananza dalla madre, questa donna che io conosco bene, riservata, di poche parole, che coraggiosamente parte alla ricerca di suo figlio, non può riportarselo a casa e allora con grandi sacrifici affronta numerosi viaggi in Giordania per cercare di stargli vicino, a volte anche malmenata dai parenti del marito, il breve ritorno a casa e il secondo rapimento, la nuova famiglia del padre, i suoi nuovi fratelli e sorelle e la sua vita dal 96 (l’anno del ritorno definitivo) sino ad oggi, nel nostro Paese ma con un altro Paese rimasto comunque nel suo cuore.

Le mie parole sono inadeguate a descrivere i due cuori nomadi di Omar. Leggendo il libro (e la bella prefazione del Prof. Vittorio Coletti, qui sotto nella foto con Omar) capirete perché.

“La battaglia emotiva dentro di me era potente come l’energia dell’acqua nel punto di incontro fra un fiume e il mare, e cominciava a rivelare sempre più chiaramente le mie due nature, i miei due cuori nomadi, quella condizione che mi faceva sentire né carne né pesce, uno straniero ovunque, sconosciuto persino a me stesso”. Omar Rizq.


(nella foto Omar con Vittorio Coletti e Nicolò de Mari)

Omar si è poi laureato alla Facoltà di Lingue e Letterature straniere qui a Genova, dove per quattro anni ha insegnato lingua araba agli studenti. Oggi lavora come impiegato, sempre a Genova.

Ps. Il libro potete trovarlo qui

altre recensioni più esaustive le trovate a questo link.

E a quest’altro .

 "I miei due cuori nomadi" di Omar Rizq (Il Canneto Editore)

 

"I miei due cuori nomadi" di Omar Rizq (Il Canneto Editore)

 

"I miei due cuori nomadi" di Omar Rizq (Il Canneto Editore)

 

"I miei due cuori nomadi" di Omar Rizq (Il Canneto Editore)

 

 

 

 

23 pensieri su ““I miei due cuori nomadi” di Omar Rizq (Il Canneto Editore)

  1. Anche se solo in minima parte, ho vissuto dal di fuori questa vicenda. Cercare di spiegare a Giovanni come mai il suo amico non era più lì a giocare con lui…non è stato facile. La gioia, la sorpresa quando aprendo la porta ce lo siamo trovato lì con sua madre, nel ’96, non puoi immaginare….

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  2. Leggere dalla mano e dal cuore della persona coinvolta ha valore inestimabile. Grazie della segnalazione e perdona: ormai da settembre faccio fatica ad esserci con continuità (tutto ok solo lavoro da ri-organizzare).

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  3. dev’essere una lettura molto interessante, ci sono storie umane che ci entrano nel cuore e hanno un sacco di cose da regalarci a livello emotivo.
    Ottimo post, buona settimana, abbracci di cuore (:-))

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  4. Grazie Susanna! Non avevo mai letto la recensione di una storia vissuta anche da chi legge. Non solo il libro è attraente, ma è un modo per conoscere meglio anche te. Proprio una bella pagina

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  5. Brava Ryu a parlarne, mi hai portato alla luce un aspetto di questi nostri “nuovi tempi”, perchè al di là dell’episodio preciso riferito a Omar, emerge proprio un problema e dramma più generale di un incontro (e anche scontro) tra modi e mentalità e usi diversi, radicati da secoli e che nel contempo per forza devono comporsi in nuovi equilibri.
    Non è mera teoria, come spesso purtroppo si fa, a cominciare dai vari politici: il caso che porti è sostanza e realtà.
    Un post il tuo che dà da riflettere.

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