Il cielo (clouds in early morning)

Tempo di vacanze. Tempo di viaggi (per chi se li può permettere) ma di certo non sono l’unica a restare al caldo in città. Ho imparato a viaggiare in modi alternativi: il mio sguardo vola dalla finestra di casa (senza che i miei passi debbano seguirlo) e mi regala questo cielo dove le nuvole sono onde di mari che probabilmente non vedrò mai, io che non ho mai visto un oceano e vorrei tanto stare un giorno sulla sua riva (un giorno solo mi basterebbe). La mia anima trova la sua felicità in queste piccole cose: una finestra aperta, un po’ di nuvole, qualche luce, qualche ombra, un cielo su cui specchiarsi e riflettere. E la gioia di condividere, poi…

 

Clouds in early morning

 

Clouds in early morning

 

Clouds in early morning

 

26 pensieri su “Il cielo (clouds in early morning)

  1. La fortuna di avere sopra la testa (e dalla finestra di casa) un cielo che dà sempre spettacolo. Se sapessi quante volte sono costretta a smettere per esempio di rifare il letto e prendere la fotocamera 🙂

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  2. La stessa cosa succede a me, guardo il cielo spesso e a lungo perchè ogni momento è diverso o trovi un particolare che non avevi visto. Come te io stessa provo gioia nel condividere, ho bisogno anch’io di trasmettere, comunicare per vivere insieme questi momenti particolari. Ciao Susanna!!!!!

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  3. Ammetto che perdo non poco tempo a guardare il cielo dalle finestre di casa. Mi “chiama” un po’ troppo spesso. Ma ne vale sempre la pena. Mi piace condividere, non riuscirei a gioire da sola di quello che vedo.

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  4. Grazie a te, Max. Il Paese più lontano, più esotico, il più sconosciuto…è la nostra terra interiore. Non costa quanto un viaggio di quelli normali, nel senso che non si spendono soldi…ma ti assicuro che costa, e molto, in altri modi, in altre monete…la solitudine è una di queste, per esempio, ma quello che poi riesci a vedere, ad esplorare, ti ripaga pienamente.

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  5. Ti ringrazio, cara Luisa. Io viaggio sempre, in effetti, molto a modo mio, non potendo permettermi dei veri viaggi… però devo dire che mi sposto moltissimo…senza nemmeno muovere un passo. Anima nomade, sempre.

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  6. Caro Guido, sono più che felice di guardare un po’ di cielo anche per te. Ammetto che qui sono fortunata: in pratica ho 180° di visuale di colline ma soprattutto di cielo da entrambi i lati del mio appartamento. 🙂 Ripeto: alba dalla camera da letto e tramonti dalla cucina. Cosa posso volere di più?

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  7. Un cielo meraviglioso ti aspettava oltre la finestra. Un cielo così si può guardare per ore senza stancarsi, i giochi di Luce ed ombre e quel profilo in lontananza, ci si può perdere dietro un cielo così. Grazie davvero per condividerlo perchè tante volte davanti a questa meraviglia non ci si ferma.

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  8. Un dono, per te che hai la libertà nel cuore e nello sguardo. Alle tue splendide foto oltre ogni limite che cela l’infinito…

    Anche rientrando a sera e chiudendosi la porta di casa dietro le spalle, il cuore ha bisogno di spazi ampi, lunghi, profondi, entro i quali continuare a muoversi, vagare.
    Paradossalmente, accade qualcosa di simile a ciò che si sperimenta quando ci si tuffa nell’acqua del mare per un’immersione o anche solo per una nuotata. L’acqua ti stringe da ogni parte, perfino sembra impedire, soffocare il respiro: e invece ti consente di sperimentare una sensazione incredibile di leggerezza, di sospensione, di libertà. Il cuore accelera il suo ritmo, una bracciata, un colpo di reni, una spinta a gambe raccolte e si entra in un mondo inatteso: si aprono visioni, si odono note e armonie dirompenti, suoni inediti e densi.
    Stretti da ogni parte eppure in grado di scivolare via.
    Il mare: tutto appare già detto, eppure tutto rimane ancora nuovo e inespresso. Un posto grande e misterioso, bello e glorioso. Da secoli continua a vagare, facendo innamorare milioni di persone. Questo è il suo potere fantastico che mai potrà svanire… un amore grande e accogliente, profondo e avvolgente.
    Il mare è come la vita: si rinnova continuamente. E’, ogni volta, un altro mare a seconda che si guardi da un angolo visuale oppure da un altro, dall’infanzia o dalla maturità, da una finestra lontana o da una spiaggia che attraversiamo, all’alba o quando già fa notte, d’inverno o d’estate.
    Difficile registrarne tutte le possibili variazioni, tutti i possibili colori. A vederlo per la prima volta, è facile provare un senso di sgomento e di paura dinanzi a quell’immensità; chi l’ha visto almeno una volta ne porta dentro il profumo, come d’incenso che s’innalzi al cielo. E’ uno degli spettacoli naturali che ancora oggi, e non solo d’estate, esercita su tutti noi un fascino ineguagliabile. Davvero prodigio e meraviglia senza fine.
    Il mare, come la vita, ha la capacità di rigenerarsi continuamente; bagnarsi nelle sue acque ha sempre un valore quasi catartico, come se, in uno stesso tempo, purificassimo il nostro corpo e la nostra anima. In ogni tempo, e presso tutte le genti, esso ha goduto di un’attenzione profonda, da parte di scrittori, poeti, romanzieri, i quali hanno tentato di definirlo, di imprigionarlo in una formula. Senza mai riuscirvi.
    Noi non potremmo più guardarlo senza pensare a chi lo ha trasformato in una parola di poesia. Il mare è anche questo: la sua perenne trasformazione in oggetto poetico. Le sue onde giungono a riva e bagnano anche le pagine degli scrittori: Conrad, Melville, Stevenson, Defoe, Hemingway e…tanti, tanti altri, tutti affascinati dall’immensa, incontenibile, inappagabile distesa azzurra.
    Di fronte al mare saremmo potuti restare senza parole se i poeti non ce le avessero donate. Abbiamo, talvolta, la sensazione di attraversarlo, ma, a ben guardare, è il mare che attraversa noi. Siamo noi le isole, i porti, gli approdi di questa immensa piovra che, in qualche modo, ci prende tutti. Perché il mare libera e imprigiona, unisce e divide.
    E’ una via, un ponte, una barriera, un confine e la sua dilatazione estrema, l’infinito. E’ dal mare forse che aspettiamo qualcosa di grande e di nuovo, qualcosa che cambi la nostra vita…
    E’ naufragio e salvezza: come una porta, chiusa dietro le spalle.
    Una porta, dunque, anzi perfino, può esprimere un orizzonte, uno spazio profondo oltre il quale muoversi e trovare quella parte di sé talora nascosta proprio a noi stessi. Non vi è nulla che possa essere eccessivamente piccolo o limitato da mortificare la nostra capacità di immaginare, di desiderare, di inseguire. Forse, anzi, tutto ciò che appare stretto, limitante, inaccettabile è solo una porta d’ingresso, una finestra, che allarga verso spazi e orizzonti che ci appartengono e che possiamo raggiungere, accogliere…con le nostre stesse mani.

    LA LIBERTA’ PROFUMA DI MARE
    di Fausto Corsetti

    Con un caro sorriso
    Fausto

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  9. spesso i viaggi che facciamo con la nostra mente sono le mete più esclusive che possiamo immaginare, non sempre si ha l’opportunità di vedere il mondo, ma spesso ci accontentiamo di vedere oltre la nostra immaginazione.
    Grazie dei commenti da me, buona giornata e buona luce, davvero originali i tuoi scatti (:-))

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