Mareggiata ( di parole e di pensieri )

Il mare

Le parole scorrono come acqua fra le mie rive, dissolvono grumi di emozioni che altrimenti, private dei loro nomi, sarebbero soltanto dolore.

Il mare

Non so inventarle, le parole, non so infilare storie come fossero perle. Non so inventare nulla, nemmeno me stessa.

Faccio parte del paesaggio: nessun autoscatto potrà mai raffigurarmi insieme alle mie parole.

Non devo neppure cercarle, ormai: sono loro che trovano me, mi prendono per mano e mi accompagnano. Andiamo insieme e insieme troviamo ciò che ci appartiene che poi è anche ciò a cui apparteniamo: il cielo, il vento, gli alberi, le foglie, le onde.

Il mare

In fondo scrivere è un altro modo di guardare: lo sguardo è una fotografia e le parole sono visioni. Anche la scrittura è un qualcosa che rimane: non costa nulla, non servono prodotti chimici per lo sviluppo, non devi fare post produzione, non occorre una fotocamera, non occorrono obiettivi… nessuna lente, tranne i propri occhi, la mente e il cuore.

Il mare

La messa a fuoco è totale: da qui, qui dentro, all’infinito, dentro e fuori. Tempi veloci, tempi lenti… come vuoi tu.

Il mare

Da bambina scrivevo perché pensavo di non avere nulla, così credevo: ora scrivo perché so che non ho niente ma nello stesso tempo ho tutto.

Mentre scrivo, mentre fotografo, ho tutto: persino me stessa.

Il mare

 

Il mare

 

Il mare

 

Il mare

 

Il mare

Il mare

38 pensieri su “Mareggiata ( di parole e di pensieri )

  1. Anche rientrando a sera e chiudendosi la porta di casa dietro le spalle, il cuore ha bisogno di spazi ampi, lunghi, profondi, entro i quali continuare a muoversi, vagare.
    Paradossalmente, accade qualcosa di simile a ciò che si sperimenta quando ci si tuffa nell’acqua del mare per un’immersione o anche solo per una nuotata. L’acqua ti stringe da ogni parte, perfino sembra impedire, soffocare il respiro: e invece ti consente di sperimentare una sensazione incredibile di leggerezza, di sospensione, di libertà. Il cuore accelera il suo ritmo, una bracciata, un colpo di reni, una spinta a gambe raccolte e si entra in un mondo inatteso: si aprono visioni, si odono note e armonie dirompenti, suoni inediti e densi.
    Stretti da ogni parte eppure in grado di scivolare via.
    Il mare: tutto appare già detto, eppure tutto rimane ancora nuovo e inespresso. Un posto grande e misterioso, bello e glorioso. Da secoli continua a vagare, facendo innamorare milioni di persone. Questo è il suo potere fantastico che mai potrà svanire… un amore grande e accogliente, profondo e avvolgente.
    Il mare è come la vita: si rinnova continuamente. E’, ogni volta, un altro mare a seconda che si guardi da un angolo visuale oppure da un altro, dall’infanzia o dalla maturità, da una finestra lontana o da una spiaggia che attraversiamo, all’alba o quando già fa notte, d’inverno o d’estate.
    Difficile registrarne tutte le possibili variazioni, tutti i possibili colori. A vederlo per la prima volta, è facile provare un senso di sgomento e di paura dinanzi a quell’immensità; chi l’ha visto almeno una volta ne porta dentro il profumo, come d’incenso che s’innalzi al cielo. E’ uno degli spettacoli naturali che ancora oggi, e non solo d’estate, esercita su tutti noi un fascino ineguagliabile. Davvero prodigio e meraviglia senza fine.
    Il mare, come la vita, ha la capacità di rigenerarsi continuamente; bagnarsi nelle sue acque ha sempre un valore quasi catartico, come se, in uno stesso tempo, purificassimo il nostro corpo e la nostra anima. In ogni tempo, e presso tutte le genti, esso ha goduto di un’attenzione profonda, da parte di scrittori, poeti, romanzieri, i quali hanno tentato di definirlo, di imprigionarlo in una formula. Senza mai riuscirvi.
    Noi non potremmo più guardarlo senza pensare a chi lo ha trasformato in una parola di poesia. Il mare è anche questo: la sua perenne trasformazione in oggetto poetico. Le sue onde giungono a riva e bagnano anche le pagine degli scrittori: Conrad, Melville, Stevenson, Defoe, Hemingway e…tanti, tanti altri, tutti affascinati dall’immensa, incontenibile, inappagabile distesa azzurra.
    Di fronte al mare saremmo potuti restare senza parole se i poeti non ce le avessero donate. Abbiamo, talvolta, la sensazione di attraversarlo, ma, a ben guardare, è il mare che attraversa noi. Siamo noi le isole, i porti, gli approdi di questa immensa piovra che, in qualche modo, ci prende tutti. Perché il mare libera e imprigiona, unisce e divide.
    E’ una via, un ponte, una barriera, un confine e la sua dilatazione estrema, l’infinito. E’ dal mare forse che aspettiamo qualcosa di grande e di nuovo, qualcosa che cambi la nostra vita…
    E’ naufragio e salvezza: come una porta, chiusa dietro le spalle.
    Una porta, dunque, anzi perfino, può esprimere un orizzonte, uno spazio profondo oltre il quale muoversi e trovare quella parte di sé talora nascosta proprio a noi stessi. Non vi è nulla che possa essere eccessivamente piccolo o limitato da mortificare la nostra capacità di immaginare, di desiderare, di inseguire. Forse, anzi, tutto ciò che appare stretto, limitante, inaccettabile è solo una porta d’ingresso, una finestra, che allarga verso spazi e orizzonti che ci appartengono e che possiamo raggiungere, accogliere…con le nostre stesse mani.

    LA LIBERTA’ PROFUMA DI MARE

    di Fausto Corsetti

    Con un caro abbraccio.

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  2. magari, sarebbe bellissimo
    e un onore per me…
    terra e fiume ti regalerebbero immagini meravigliose 🙂
    la mostra potrebbe essere un’occasione per vederci e abbracciarci finalmente!!

    presto le info:)

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  3. non dire così cara Susanna
    c’è un aììa pulizia nelle tue immagini dove io non arriverò mai…
    se mi autorizzi userò questa frase per la mia prossima mostra in bigliettini legati da una foglia da dare ai visitatori…per me racchiude il nostro essere, per me è una frase bellissima che esprime quello che sento attraverso la fotografia …
    grazie di cuore ❤

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  4. Carissima Adriana, i miei viaggi, a dire il vero, vanno, come si dice “da qui a lì” ma per me sono comunque viaggi. E sono felice se condividendoli faccio viaggiare anche voi nel mio mondo.

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  5. E tu, caro Daniel, hai pure l’Oceano lì davanti. Io devo accontentarmi di queste povere mareggiate per poter immaginare come può essere l’Oceano.

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  6. In queste foto c’è davvero tutto di te, di noi tutti, compreso il tumulto delle emozioni che a volte sono così intense che sembrano esplodere come fa quell’onda sullo scoglio. Che belle immagini e parole.

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  7. On the sea’s horizon I wish to dissolve, so that I may return to myself with all the extra elements I am missing, elements I could never gather, neither with the grasping of my hands nor the marching of my feet. I wish to be impregnated with the pure elements of nature, fragments of awareness beyond my imagination. I cast these words to the wind, losing myself in order to return to my Self.

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  8. non sai quanto sento vicino il tuo modo di scrivere, di vedere la vita attraverso un obiettivo. In questo ci assomigliamo moltissimo, e la bellezza di leggerci nei nostri blog è qualcosa di veramente unico. Fra tutte le blogger sei una delle più brave, forse l’unica che senti davvero vicino al mio modo d’interpretare un blog, uno scatto, una visione di vita.
    Complimenti di cuore, bravissima a dir poco! Grazie mille del commento da me (:-))
    Buona settimana e buona luce (:-))

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  9. Aver niente e tutto.
    Spesso ci si sente un po’ così..
    In equilibrio ed in bilico.
    Liberi e schiavi.
    Con luci ed ombre.
    Come le tue magnifiche onde. Pronti ad andare al largo, ma sempre con la valigia in mano, per tornare a riva…

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