Lavori in corso (non temere le ombre, giocaci insieme)

Lavori in corso (d'ombra)

Da bambina avevo paura del buio, quindi ricordo che per andare a prendere le cose in dispensa accendevo tutte le luci: quella del corridoio, quella dell’ingresso e per ultima quella della dispensa. Fin qui, la cosa era normalissima: tutti i bambini hanno più o meno paura del buio.

Meno normale era invece che io se per caso mi svegliavo di notte chiamassi la mamma perché accendesse la luce nella mia camera: avevo paura di essere diventata cieca e restavo nel letto terrorizzata sino a quando la luce non mi dimostrava il contrario. Fu da allora che mia madre decise di lasciare un piccolo lume acceso nel corridoio tutta la notte, anche perché, povera donna, giustamente voleva dormire in santa pace. Ormai non ho più bisogno di quella lucina accesa… avrei invece bisogno della luce della mia mamma ma quella si è spenta ormai da tanti anni…

Le ombre, invece, mi hanno sempre incuriosita: le vedo come la soglia di un mondo fantastico, un mondo pieno di luce e di cose (tutte da scoprire), perché senza luce le ombre delle cose non esisterebbero.

E non parliamo poi delle forme che hanno. Se infine ci si mette di mezzo anche un poco di vento e le ombre si muovono pure, anzi, quasi danzano… fotografarle diventa una specie di gioco, anche se ti ritrovi in una stazione ferroviaria e sei in attesa del treno (e le persone intorno guardano tra l’incuriosito e lo scettico che cosa stai fotografando, perché non vedono nient’altro che dei semplici lavori di ristrutturazione della banchina).

Se le ombre mi chiamano e m’invitano a giocarci insieme… io non mi tiro certo indietro.

Lavori in corso (d'ombra)

 

Lavori in corso (d'ombra)

 

Lavori in corso (d'ombra)

 

Lavori in corso (d'ombra)

 

Lavori in corso (d'ombra)

 

Lavori in corso (d'ombra)

25 pensieri su “Lavori in corso (non temere le ombre, giocaci insieme)

  1. Tu le ombre sai farle parlare e danzare 🙂
    Sai che quando ero piccola e mi svegliavo di notte anche io chiamavo sempre la mia mamma? Io ero terrorizzata da tutto quel buio intorno a me…

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  2. Carissima Dina, tranquilla che non mi perdi. Vedo che anche tu parli, come me in un precedente commento qui, di armonia. Armonizzazione, la vita è questo. Armonizzare luci ed ombre dentro e fuori di noi. ❤

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  3. Ti ringrazio, Zenit. Tu scrivi “celate ai più”: a me invece stupisce che sembri difficile vedere quello che io vedo nelle cose che mi circondano. Per me è una cosa naturale, lo capisco, ma penso che tutti potrebbero gioire di quello che hanno attorno. Non penso ci siano segreti da scoprire o cose da imparare, è una questione di amore, non di altro. Quando uno ama, si apre interamente: si espone, lo so, rimane fragile, rischia di frammentarsi ma è anche vero che quei suoi frammenti moltiplicano la luce. Quando ci frammentiamo (o anche quando ci frammentano gli altri) ogni frammento è uno specchio in più (per noi stessi e per gli altri). E diciamo che io i miei frammenti li lascio in giro 🙂 ❤

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  4. Oh sì, che è così. E non resta che fluire, armoniosamente, come l’acqua, e diventare uno di quei riflessi cangianti tra luce ed ombra sulla punta delle onde … Mi hai fatto venire in mente il simbolo del Tao.

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  5. Sei sempre una scoperta. Che meraviglia!!!
    Non sai mai cosa aspettarti dalle ombre.
    Giocano. Si celano. Tingono di scuro i nostri passi. Si fondono armoniosamente.
    Come gli aspetti della vita.
    Notte, cara.
    Un abbraccio.
    Meno male che ogni tanto riesco a scovarti ancora❤

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  6. Guardo le tue foto (queste e le precedenti, degli iris) e resto incantata dalle possibilità nascoste delle cose, dalle prospettive celate ai più, svelate solo da una visione poetica.

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  7. I remembe when I was a kid living in Central Texas, having a best friend who lived one street over. I would go to his house to play, ride bicycles, etc. all afternoon, on certain days. My father’s command was “come home when your shadow grows long.” Shadows have always been meaningful in my life, to varying degrees.

    Light is beautiful on its own, but without shadows…I cannot possibly imagine what it would resemble. Shadows are clocks, frames, masks, backdrops…

    The graphic shadow of the orange net, dancing in front of you at the train station…a marvelous phenomenon in an otherwise unremarkable setting. I’m happy that you stopped to photograph it.

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  8. Dove c’è luce, c’è ombra, dove c’è ombra possiamo trovare la luce…una genera l’altra…non è forse così la vita?

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  9. Ciao Max. Grazie e buon fine settimana anche a te. Io mi sto preparando per la visita esoterica in Villa Pallavicini: mi aspettano 4 ore e mezza di percorso. Ovviamente la reflex stavolta resta a casa. Prenderò “appunti” con la compattina, se riesco. 🙂

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  10. ombre come metafore di vita, paure da superare, occhi che cercano nuove idee, espressioni d’arte moderna dove tutto è in divenire, come un fragile chiaroscuro di passi in divenire di attimi.
    Sempre interessante leggerti, buon wek end (:-))

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  11. Non so come tratta i link nei commenti wordpress ma ci provo.
    Questo pezzo si chiama Shadow Journal ed è di Max Richter. Mi è venuto in mente quando ho letto le tue parole.

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  12. Grazie. Credo possa valere anche per le nostre proprie ombre, quelle che proiettiamo noi stessi sulla strada ma anche dentro di noi ( a volte sono anche ombre altrui…discorso lungo)… ma sicuramente c’è una luce da qualche parte…sempre.

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  13. Belle! Si ha paura del buio e delle ombre, ma è anche vero che le ombre invitano a giocare: Peter pan, le ombre cinesi…

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